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Accordo Ue-Pfizer per ridurre le dosi dei vaccini Covid

Farmaci Redazione DottNet | 26/05/2023 15:33

L'accordo riguarda 450 milioni di dosi che dovevano essere consegnate nel 2023, ma sulle quali dieci Stati membri, guidati dalla Polonia, hanno sollevato proteste, minacciando di venire meno al contratto

La Commissione europea e il gigante farmaceutico Pfizer hanno concluso un accordo per ridurre il numero di consegne dei vaccini contro il Covid pattuite nel terzo contratto di acquisto siglato tra le due parti nel 2021, durante la pandemia. L'accordo riguarda 450 milioni di dosi che dovevano essere consegnate nel 2023, ma sulle quali dieci Stati membri, guidati dalla Polonia, hanno sollevato proteste, minacciando di venire meno al contratto.

Non è chiaro l'impatto finanziario dell'accordo raggiunto tra Bruxelles e Pfizer. L'intesa, scrive la Commissione, prevede "una riduzione della quantità di dosi acquistate dagli Stati membri in virtù del contratto". Le dosi "originariamente convenute nel contratto saranno convertite in ordini facoltativi dietro pagamento di una tariffa". In sostanza, i Paesi potranno decidere se ordinare o meno vaccini. Quelli che verranno ordinati, però, saranno più cari rispetto al prezzo fissato attualmente. Secondo i calcoli del Financial Times, l'Ue nel complesso ha previsto di comprare 1,1 miliardi di vaccini Pfizer (prodotti con la tedesca BioNTech) per un valore totale di 21,5 miliardi di euro.

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Dunque, anche se non verranno ordinate tutte le 450 milioni di dosi previste dal contratto, gli Stati membri, ricorda la Commissione nella sua nota, "devono continuare a garantire scorte strategiche dei vaccini di cui hanno bisogno per proteggere le parti vulnerabili della loro popolazione e far fronte a una eventuale evoluzione epidemiologica del virus della Covid-19". Quante dosi serviranno a tal fine? "Le strategie sui vaccini o i programmi sui vaccini sono progettate e attuate dagli Stati membri", ha spiegato il portavoce della Commissione per la salute Stefan de Keersmaecker rispondendo a una domanda di Politico.

La Polonia, che aveva per prima sollevato il caso denunciando che la mole di vaccini concordata da Bruxelles nel 2021 non era più necessaria, data la fine della pandemia, si era già opposta nelle settimane scorse all'ipotesi di una "tariffa" aggiuntiva da pagare per le dosi che verranno ordinate in futuro, definendola una sorta di "tassa di cancellazione".  

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